Le Pleiadi - Come e quando osservarle

Le Pleiadi sono uno degli oggetti astronomici più belli e facili da vedere ad occhio nudo. Se vuoi sapere come trovarle e come osservarle beh sei nel posto giusto. 

Benvenuti o bentornati cari osservatori e care osservatrici del cielo… Nel video di oggi vedremo qualcosa di più facile da trovare rispetto alla sfuggente Galassia di Andromeda, che avevamo incontrato nel video precedente della serie “Lassù” 

Probabilmente avrai già sentito parlare delle Pleiadi e se un po’ t’interessa l’astronomia ne avrai sicuramento visto qualche immagine. Come tutti gli oggetti del cielo anche le Pleiadi, viste ad occhio nudo, non sono fantasmagoriche come in fotografia. Però a differenza della Galassia di Andromeda, possiamo identificare con facilità alcune delle stelle più brillanti che compongono questo ammasso e lo potremo fare anche da luoghi non perfettamente bui! Certo… la loro visione diverrà più appagante sotto cieli limpidi e scuri e ancor più belle saranno se osservate con l’aiuto di un binocolo.  

⭐⭐Ti presento… Le Pleiadi 

Le Pleiadi sono un ammasso stellare aperto. 

L'ammasso Aperto

Cos'è “ammasso stellare aperto” o semplicemente detto “ammasso aperto”? È un insieme di poche migliaia di stelle più o meno coeve, nate dalla medesima nube di gas progenitrice e che vivono per un certo periodo della loro vita in gruppo. 

Le stelle che compongono gli ammassi aperti sono generalmente stelle giovani. Per giovani s’intende che hanno età al piu di alcune centinaia di milioni di anni. 

 All’inizio della loro vita questi gruppi di stelle sono avvolti dai resti di gas e poveri della nube da cui si sono formati, e solo successivamente le esplosioni delle stelle molto massicce (che sono le prime a morire) disperdono il gas e le polvere della nube primordiale nello spazio interstellare. 

L’ammasso aperto, però, inteso come gruppo, è un oggetto celeste che non vive a lungo, sempre in termini astronomici. O meglio, gli Ammassi Aperti sono longevi quanto le stelle che lo compongono. Infatti dopo alcune centinaia di milioni o al più qualche miliardo di anni si sfaldano, disseminando le loro componenti nel disco della galassia che li ospita. 

Questo accade perché, in generale gli Ammassi Aperti non sono abbastanza compatti da avere una struttura gravitazionalmente stabile. Cioè, la gravità prodotta dalle stelle che compongono l’ammasso non è sufficiente a tenere aggregate, per lungo tempo, le stelle dell’ammasso stesso. 

Il risultato è che, col passare del tempo, gli ammassi aperti si dissolvono per via principalmente delle interazioni gravitazionali con l’ambiente circostante; per esempio con altri ammassi, nubi di gas o la galassia stessa. Il fatto che gli ammassi aperti non siano strutture persistenti nel tempo e che siano il frutto di una abbastanza recente formazione stellare fa sì che essi siano composti da stelle giovani 

Più un ammasso stellare è giovane maggiore sarà il numero di stelle massicce in esso presenti rispetto ad ammassi più vecchi. Le stelle massicce saranno anche le più luminose della popolazione dell’ammasso e risalteranno per brillantezza rispetto alle altre, rendendo questi ammassi aperti suggestivi e facili da identificare proprio per la presenza di uno sparuto numero di astri particolarmente luminosi. 

Essendo il nostro Sistema Solare dislocato sul bordo di uno dei bracci della spirale vuol dire che ci troviamo in una zona della Galassia in cui c’è, e c’è stata nel recente passato, della formazione stellare e quindi possiamo aspettarci di trovare non molto lontano da noi degli Ammassi Aperti che essendo abitati anche da stelle molto luminose possono essere visibili anche a occhio nudo… proprio come le Pleiadi. 

Le Pleiadi

Le Pleiadi, chiamate anche Messier 45 oppure, popolarmente dette, le Sette Sorelle sono composte da più di 1200 stelle e il centro dell’Ammasso dista da noi circa 440 anni luce

Tenete conto però che la determinazione della distanza di questo ammasso è stata per lungo tempo dibattuta in letteratura scientifica e lo è in parte ancora. Fino a qualche anno fa, Le Pleiadi, venivano considerate come un ammasso unico e compatto 

Di recente, grazie ai dati della missione GAIA è stato messo in evidenza che le Pleiadi sembrano avere un nucleo centrale e una specie di filamento di stelle allungato verso la nostra direzione, nella quale si trovano le stelle più brillanti dell'ammasso che vediamo a occhio nudo. 

Negli ultimi anni si sono scoperte altre cose interessanti su Messier 45 

  • La prima è che l’ammasso delle Pleiadi sembra essere composto da due gruppi di stelle che si muovono nello spazio a velocità diverse. 
  • La seconda è che il gas e le polveri che vediamo nelle fotografie circondare le stelle più brillanti non sono legate all’ammasso ma è il frutto di un incontro casuale tra l’ammasso e due nubi di gas e polvere interstellari. Vi lascio il link di alcuni studi interessanti in descrizione 
Abbiamo detto che gli Ammassi Aperti sono strutture giovani. 

Si stima che l’età delle Pleiadi sia di poco superiore ai 100 milioni di anni e probabilmente questo ammasso si disperderà nella Galassia nei prossimi 200-250 milioni di anni

Il nucleo delle Pleiadi ha un diametro di circa 16 anni luce che, visto dalla Terra, corrisponde a quasi due gradi di diametro, circa 4 Lune Piene messe in fila (per avere un’idea) o se volete... l’angolo sotteso dal pollice tenuto a braccio teso. 

In realtà le stelle che compongono l’ammasso sono distribuite in un volume con un diametro di circa 86 anni luce che visto dalla Terra equivale a quasi 11° di estensione cioè circa 22 Lune Piene messe in fila o se preferite alla larghezza di un pugno a braccio teso. 

Un’enormità! 

Ma a dire la verità, il cielo è pieno di oggetti estesi, alcuni dei quali li vedremo insieme in questa serie. 

Le Pleiadi celesti prendono il nome da sette personaggi della mitologia greca Alcione, Elettra, Maia, Merope, Taygete, Celeno e Asterope alle quali in cielo si aggiungono i loro genitori Atlante e Pleione. Conosceremo meglio queste stelle verso la fine del video. 

⭐⭐ Quando Guardare 

Quando possiamo osservare l’ammasso delle Pleiadi? Alle nostre latitudini non sono visibili tutto l’anno dato che, per dirla in modo semplice, non appartengono alle nostre costellazioni circumpolari. 

Come per tutti gli oggetti del cielo, il momento migliore per guardare le Pleiadi è quando passano per il nostro meridiano, poiché in questo modo si trovano alla massima altezza sull’orizzonte del nostro luogo di osservazione. 

 Dalle regioni più a Nord del nostro paese, quando le Pleiadi passano per il meridiano, distano dallo Zenith circa una ventina di gradi verso Sud cioè a una spanna a braccio teso dalla verticale, mentre per le regioni del Sud tale distanza arriva ai 30 gradi. Una buona condizione di osservabilità 

Ma quando transitano per il meridiano? 

Come data di riferimento per il passaggio al meridiano prendiamo il 21 Novembre quando le Pleiadi, da Bologna, transitano circa a mezzanotte. Come sempre, in questi video do delle indicazioni di massima. L’ora esatta del transito al meridiano di un astro in un certa data, dipende dal nostro luogo di osservazione… ma grossolanamente, vedrete che il giorno e l’orario sono simili. 

Comunque sia... partendo dalla mezzanotte del 21 Novembre e sapendo che gli astri anticipano il loro transito di 2 ore ogni mese che passa (come abbiamo visto nel video sulla Galassia di Andromeda) calcoliamo velocemente che il 21 Dicembre il nostro ammasso di stelle passerà al meridiano alle 22 e altrettanto facilmente scopriamo che il 21 Gennaio le Pleiadi transiteranno al meridiano intorno alle 20.00 e così via per i mesi successivi. 

A questo punto è evidente che Il periodo migliore per osservare le Pleiadi al meridiano, la SERA, va dalla fine di Novembre agli inizi di Febbraio. 

Nei mesi successivi, le Pleiadi transiteranno al meridiano sempre più in anticipo, durante il giorno. Quindi, quando la luce del sole avrà lasciato spazio alle tenebre le vedremo già nella fase discendente del loro percorso celeste giornaliero. e la sera saranno tanto più basse verso l’orizzonte quanto più ci avviciniamo alla primavera. 

Nei mesi precedenti a Novembre potremo guardare le Pleiadi passare al meridiano in tarda notte. In particolare, intorno al 21 ottobre transiteranno alle 3 (c’è di mezzo il passaggio dall’ora legale a quella solare) e il 21 settembre alle 5. Pertanto, durante le sere di questi mesi, potremo scorgere le Pleiadi mentre si alzano dall’orizzonte verso il meridiano. Nella seconda metà della Primavera l’ammasso delle Pleiadi sarà per buona parte del tempo difficile da vedere infatti si troveranno in congiunzione col Sole intorno al 20 Maggio. 

Messier 45 sorge circa 7:30-8 ore prima del transito e tramonta altrettante ore dopo. Conoscendo questo dato, una volta nota l’ora del passaggio al meridiano, potremo calcolare grossolanamente ma facilmente il momento del Sorgere e del tramontare di questo ammasso. 

Come per tutti gli oggetti del cielo nell’organizzare le osservazioni dovrete tenere conto di tre fattori: 

  • il primo è ovviamente il Sole perché la visibilità dell’ammasso dipenderà non solo dagli orari in cui sorge e tramonta ma anche da quelli del sorgere e tramontare del Sole.
  • Inoltre non dobbiamo scordarci della Luna che per quanto non sia così determinante nell’osservazione delle Pleiadi come lo era per la Galassia di Andromeda, se vogliamo vedere al meglio Messier 45 dobbiamo tenerne conto e soprattutto evitare il Plenilunio. 
  • In fine… a differenza della Galassia di Andromeda le Pleiadi si possono scorgere anche quando sono lontane dal meridiano: Già ad alcuni gradi sull’orizzonte, con ottime condizioni di visibilità, sono osservabili... almeno le stelle più brillanti.
Avvengono poi degli eventi astronomici interessanti, nel corso degli anni, in cui le Pleiadi si trovano in congiunzione coi pianeti del Sistema Solare e talvolta questi ultimi occultano alcune le stelle più brillanti dell’ammasso. La periodicità con cui ciò accade varia da Pianeta a Pianeta. Queste congiunzioni e occultazioni avvengono perché le Pleiadi non sono molto lontane dall’Eclittica. L’eclittica è il percorso apparente annuo del Sole tra le stelle, visto dalla Terra, e dal quale i pianeti del Sistema Solare non si discostano molto. 

 Per lo stesso motivo anche la Luna passa nei paraggi di Messier 45 ma, a differenza dei pianeti, lo fa circa ogni mese. 

 ⭐⭐ Dove Guardare 

Le Pleiadi si trovano nel Toro a meno di una spanna di distanza da Aldebaran, la stella più brillante di questa costellazione. Per individuarle ci sono molti metodi. 

Il più facile è il seguente: le sere d’inverno, negli orari che ho indicato nella sezione precedente alzate lo sguardo verso il punto verticale, e quasi sopra la vostra testa scorgerete un gruppetto di stelle che sembrano formare un carretto piccolo piccolo: sono le Pleiadi. 

Se però con questo metodo grossolano non siete riusciti a scovarle, o le volete vedere in altri periodi dell'anno, ecco alcuni percorsi per arrivare a loro partendo dalle costellazioni più note. 

Iniziamo da Orione, una bella costellazione invernale composta da stelle brillanti che formano la figura di un cacciatore o se volete di una clessidra oppure di una Moka. Le quattro stelle principali di Orione formano un grande trapezio ai cui vertici troviamo Rigel, Saiph, Betelgeuse e Bellatrix Al centro del quadrilatero si vedono tre stelle allineate a formare la cosiddetta Cintura di Orione. Partendo dalla stella centrale della cintura che si chiama Alnilam, disegniamo una linea che passa per Mintaka, sulla destra, e prosegue per circa 40° (cioè più o meno due spanne a braccio teso) dove incontriamo il nostro gruppetto di stelle. 

Lungo il percorso, quasi a metà strada incontriamo una stella luminosa: è Aldebaran, che abbiamo detto essere la più brillante del Toro e che utilizzeremo tra poco con un altro metodo. 

Un percorso alternativo è il seguente. Usando la mano destra come se fosse un compasso posizioniamo l’indice su Bellatrix, (la stella si trova più a Nord verso Occidente del trapezio di Orione) e il mignolo su Aldebaran, nel Toro. Tenendo fermo il mignolo su Aldebaran facciamo ruotare in senso orario di circa 180° l’indice fino a quando non incontriamo un piccolo gruppo di stelle: sono sempre loro, le Pleiadi. 

L’ultimo percorso che vi propongo parte da Cassiopea, la W del cielo che molti di voi conosceranno. A differenza di Orione e del Toro, che non sono visibili tutto l’anno, Cassiopea lo è, essendo una costellazione circumpolare per la maggior parte delle nostre città. Iniziamo quindi dalla stella centrale del quintetto di Cassiopea, che si chiama Navi. Congiungiamo Navi con la stella più vicina a lei del lato più sghembo della W, che si chiama Ruchbah. e proseguiamo fino ad arrivare nei pressi di Mirfak l’astro più luminoso del Perseo.
Questa costellazione assomiglia a una Y ribaltata o se preferite a una Lambra Ora, partendo da Mirfak e seguendo la curvatura del segmento più curvo dell’asterismo del Perseo arriviamo facilmente alle Pleiadi. 

⭐⭐ Come osservare 

 Le Sette Sorelle come vengono chiamate le stelle delle Pleiadi visibili a occhio nudo, sono astri di media-bassa luminosità, le più brillanti delle quali però non richiedono cieli estremamente bui per essere scrutate. 

Per darvi un’idea: la luminosità della stella più brillante delle Pleiadi (che si chiama Alcione) è simile a quella di Cor Caroli, la stella più luminosa dei Cani da Caccia una piccola costellazione che si trova sotto il manico del Grande Carro.

O se preferite prendere come riferimento proprio il Grande Carro Alcione è una via di mezzo tra le luminosità di Alioth e Megrez, che sono rispettivamente la stella più e meno brillante dell’asterismo. 

Messier 45 può quindi essere osservato già dalle prime periferie dei centri urbani ma di certo c’è che, sotto cieli scuri, darà ovviamente il suo meglio. 

Il mio consiglio è quindi quello di provare ad osservare le Pleiadi almeno una volta nella vita, sotto il cielo migliore che potete raggiungere. Ecco quindi come fare. 

Per iniziare scegliamo il periodo adatto all’osservazione di Messier 45. che per vederle alte al meridiano la sera abbiamo detto essere, a grandi linee, l’inverno. 

I giorni migliori sono quelli prossimi alla Luna Nuova e altra condizione importante è che il cielo sia davvero limpido. 

Preparati ad affrontare il freddo con opportuni abiti, cibo e bevande calde ci rechiamo nel luogo più buio che conosciamo. A volte raggiungere tale posto richiederà viaggi lunghi anche più di un’ora, soprattutto per chi abita in città. I più fortunati invece avranno il cielo a portata di mano, fuori casa. 

Arrivati nel luogo prescelto, nell’attesa di adattare l’occhio al buio, usiamo una luce rossa in modo da non interrompere l’adattamento dell’occhio alla visione notturna. Il tempo necessario per adattare completamente l’occhio al buio è di almeno una ventina di minuti, mezz’ora sarebbe meglio. Nel frattempo possiamo iniziare a riconoscere le stelle e le costellazioni che si stagliano nel firmamento e a individuare le Pleiadi. 

Una volta adattati gli occhi al buio possiamo iniziare a guardare con più attenzione il nostro soggetto. 

Durante questa osservazione dovremo alternare lo sguardo diretto con quello distolto Della visione distolta ne abbiamo parlato approfonditamente nel video sulla Galassia di Andromeda. In breve… 

Questa tecnica osservativa consiste nel puntare lo sguardo NON direttamente sull’oggetto ma a qualche grado di distanza da esso ponendo poi l’attenzione sull’oggetto stesso senza però cambiare lo direzione dello sguardo. In questo modo la luce che proviene dalle Pleiadi colpirà la parte periferica della retina, quella più popolata da bastoncelli i quali permettono di vedere deboli sorgenti luminose. Per contro si ha che l’immagine che acquisiremo con la visione distolta non avrà lo stesso dettaglio di quella che otterremmo con la visione diretta ma è un compromesso necessario. 

Essendo le Pleiadi formate sia da stelle abbastanza brillanti e facilmente visibili a occhio nudo che da stelle deboli, vicine al limite della visibilità dell’occhio umano, la cosa migliore da fare è usare la visione diretta per guardare le prime e alternare ad essa lo sguardo distolto per scorgere gli astri meno luminosi. 

Alcuni esperti-osservatori riferiscono di essere riusciti a vedere più di una dozzina di stelle appartenenti all’ammasso, in condizioni ottime di visibilità e adattamento al buio. Facili da vedere sono 5 e fino a 9 vedremo essere fattibile. Oltre diventa difficile. 

Tenete poi conto che il numero di stelle che riusciremo a vedere dipenderà anche dalla bontà della nostra vista.  

⭐⭐ Cosa osservare 

Le Pleiadi sono tra gli oggetti celesti più affascinanti da vedere a occhio nudo almeno nel nostro emisfero. 

Sono facili da individuare e in inverno le vediamo alte in cielo la sera. La prima cosa che salta all’occhio delle Pleiadi è la forma. Le stelle più brillanti sembrano stilizzare un carrettino tanto che spesso vengono confuse con la costellazione dell’Orsa Minore (il piccolo carro per l’appunto). 

A differenza dell’Orsa Minore però il manico del carretto delle Pleiadi è formato da una stella soltanto. E’ Atlante, la seconda per brillantezza dell’ammasso. La stella che corrisponde all’attaccatura del manico del carro delle Pleiadi si chiama Alcione ed è la più brillante di tutte. Proseguendo in senso anti orario tra le stelle del carretto incontriamo Merope, Elettra (la Terza per brillantezza) e Maia

Fin qui abbiamo visto le cinque stelle più facili e luminose da osservare. Ma continuando nella nostra esplorazione... verso l’esterno del quadrilatero, nei pressi della stella Maia, possiamo vedere la sesta stella per Luminosità dell’ammasso: Taigete, che già richiede cieli abbastanza scuri per poter essere notata. 

Ora il gioco si fa duro. Ma noi di certo non ci fermiamo e proseguiamo alla scoperta delle restanti stelle sapendo che sono necessari cieli limpidi, scuri e che dobbiamo adattare bene l’occhio al buio. Così facendo potremmo arrivare a vederne altre 3. Per trovare il settimo astro: torniamo sulla prima stella dell’ammasso di cui abbiamo parlato: Atlante. poco distante da lei c’è Pleione. Una stella che purtroppo non è facile da vedere a occhio nudo sia perché è la stella meno brillante tra tutte le stelle delle Pleiadi finora nominate. ma anche perché ci appare molto vicina alla luminosa Atlante e ciò rende difficoltoso riuscire a distinguerla dalla prima. L’ottava stella si chiama Celeno e si trova circa a metà strada (verso l’esterno) del segmento che unisce Maia ad Elettra. e infine la nona ha il nome di Asterope che insieme a Maia e Taigete forma un triangolo opposto a quello che formano queste ultime due stelle con Celeno. 

Asterope è in realtà una stella doppia che potenzialmente il nostro occhio potrebbe separare nelle due componenti (essendo distanti il doppio del potere risolutivo del nostro occhio) ma qui le cose si complicano quindi ci accontentiamo di vederne 9. Se poi diventerete degli appassionati osservatori delle Pleiadi, scoprirete che ne potrete vedere qualcuna in più di quelle di cui abbiamo parlato, sempre sotto ottimi cieli. 

Una piccola nota. 

A volte osservando questo oggetto potrebbe sembrarci avvolto da una sorta di nube, un qualcosa di lattiginoso. Questa nebulosità non è la nube che ammiriamo nelle fotografie che è difficile da vedere con l’occhio al telescopio, figuriamoci a occhio nudo. Probabilmente è dovuta a due fattori: quando il cielo è perfetto, l’effetto lattiginoso è generato dalla luce delle tante stelle dell’ammasso che non riusciamo a distinguere singolarmente con l'occhio. Talvolta però questa apparente nebulosità compare anche in condizioni non ottimali di cielo ed è verosimilmente generata dalle velature o dell’umidità dell'atmosfera che diffondono la luce delle stelle dell’ammasso. 

Siamo arrivati quasi alla fine e a questo punto vi devo confidare che, per quanto qui io parli principalmente di cielo guardato a occhio nudo, l’ammasso delle Pleiadi dà il meglio di sé quando lo osserviamo con un buon binocolo, perché a parte il riuscire a vedere bene tutte le stelle di cui abbiamo parlato, il numero di stelle che riusciamo a vedere aumenta considerevolmente e il grande campo di vista che offrono i binocoli, permette di apprezzare al meglio l’ammasso nella sua interezza (che abbiamo detto essere un oggetto abbastanza esteso). 

Quindi, se avete un buon binocolo usatelo per osservare le Pleiadi. 

Se invece vogliamo osservare visualmente al telescopio le Pleiadi dovremo utilizzare oculari con un’elevata lunghezza focale (così da ottenere bassi ingrandimenti) e un campo di vista ampio. Altrimenti vedremo solo una piccola porzione dell’ammasso per volta, che per carità è affascinante e interessante, ma limitarsi agli elevati ingrandimenti ci fa perdere tutta la meraviglia che risiede nel vedere il raggruppamento nella sua totalità. 

Un buon metodo è quello di guardare l’ammasso, ma in generale tutti gli oggetti astronomici, usando oculari con lunghezze focali differenti, cogliendo così le caratteristiche salienti dell’oggetto a seconda dell’ingrandimento utilizzato. 

Infine c’è da chiarire che le nebulosità che si vedono nelle fotografie in prossimità delle stelle più luminose delle Pleiadi diventano appena appena percepibili con la visione diretta, solo con telescopi abbastanza grandi e sotto cieli perfetti. 

Il cielo visto col nostro occhio è più delicato ed evanescente di quanto le fotografie ci mostrino ma per chi ama alzare lo sguardo all’insù, ciò non toglie nulla alla bellezza del firmamento. 

Le Pleiadi, che meravigliose mi sono apparse la prima volta che le ho viste, oramai decenni fa, ancor oggi mi emozionano quando le guardo nelle gelide sere invernali spesso di sfuggita, e spero, con questo video, di averti aiutato a trovarle tra le mille luci che si stagliano lassù. 

 ⭐⭐ Sitografia 

https://www.aanda.org/articles/aa/pdf/2017/02/aa29239-16.pdf https://academic.oup.com/mnras/article-abstract/486/1/112/5420434 https://www.aanda.org/articles/aa/pdf/2019/08/aa35533-19.pdf http://www.pleiade.org/pleiades_03.html

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