A cosa serve l'astronomia?

Avendo studiato astronomia e facendo qua e là alcune conferenze e visite guidate, mi sento spesso chiedere: "A cosa serve l'astronomia?", "Qual è l'utilità dell'astronomia?" A volte, un po' provocatoriamente, rispondo dicendo: "L'astronomia non serve a nulla... proprio come il 95% (e sono ottimista) delle cose che facciamo durante la nostra vita!"

La questione che sta alla base di questo discorso e la definizione di utilità: "Quando una cosa è utile?" e soprattutto "A chi è utile?"

La domanda sull'utilità dell'astronomia serve, quasi sempre benevolmente, a cercare di capire se questa disciplina, che studia oggetti così lontani, abbia qualcosa di utile nella vita quotidiana dell'uomo moderno, o quale sia il "guadagno" per le persone che pongono la domanda.

Il termine "utilità" assume quindi una connotazione pratica, personale e a breve termine. La domanda che spesso si cela sotto è: "Cosa cambia nella mia vita quotidiana l'astronomia?" e la risposta che tutti si danno, ma che nessuno vuole dire ad un astronomo, è: "Nulla. Del resto vivremmo benissimo anche senza!".

Messa così, le risposte che si potrebbero dare sarebbero molteplici.
Due sono le principali:
  1. Potremmo concordare con colui che ci ha posto la domanda e dire che l'astronomia non ha effettivamente riscontro pratico.
  2. Altrimenti si potrebbe rispondere, come fanno molti astronomi e scienziati, che la ricerca di base è una questione di conoscenza pura alla quale non si può chiedere un'utilità pratica e soprattutto immediata.
Personalmente concordo con quest'ultima riposta ma... non tutte le persone l'accettano. Allora più che parlare dell'utilità della scienza di base a me viene da far notare quanto siano "utili" alcune delle cose quotidiane che riteniamo tali.

Pensiamo al calcio (lo sport). Personalmente mi domando: "Cosa cambia nella mia vita il calcio?". Se non ci fosse, a me, non cambierebbe nulla poiché non sono appassionato di questa disciplina sportiva. Anzi, potrei argomentare che lo Stato risparmierebbe molti soldi se la domenica non ci fossero le partite; che la televisione non sarebbe infestata da programmi litigiosi che fanno vedere 10 volte la stessa scena discutendo sull'inclinazione del filo d'erba ecc. So, però, che non è così per tutti. E' evidente che per molte persone il gioco del pallone è importante e che queste stesse persone potrebbero controbattere alla mia critica, con altrettante serie motivazioni sull'utilità di questo sport. Allora chiediamoci: "Perché il calcio è importante?". L'unica vera motivazione è che per molte/alcune persone è una passione che suscita forti emozioni.

... e se fosse così anche per l'astronomia? Non sarebbe sufficiente il fatto che questa scienza dia delle emozioni, ad alcune persone, per dire che è importante e che è utile?

Secondo me sì. Del resto, se tanta gente va ai planetari, agli osservatori o compra libri divulgativi su buchi neri e big bang per cercare di capire cosa c'è là in cielo, vuol dire che a qualcuno l'astronomia stimola sensazioni, curiosità e pensieri. Quindi, in un certo senso, piace! A me, questo, basta per dire che l'astronomia è importante/utile, così come sono importanti/utili tante altre discipline e attività.

Però, so bene che non tutti sono della stessa idea. Pertanto si chiede all'astronomia un'utilità più concreta, più materiale, visto che oltretutto la paghiamo di tasca nostra, attraverso finanziamenti pubblici. Bene. Allora continuiamo sulla linea della provocazione e chiediamoci: "Cos'è qualcosa di davvero utile?".

L'utilità delle cose.

Per capire meglio il problema poniamoci una domanda: "La medicina è utile?".

Ho la netta impressione che il 99,99% delle persone direbbe di sì. Analizzando per bene la questione, ci si accorgerebbe però che la medicina non è così utile, in senso assoluto, come sembra. Milioni di specie viventi sulla Terra esistono anche senza di essa. L'uomo stesso per millenni, o meglio, milioni di anni ha vissuto e si è evoluto senza la medicina. Di certo, quello che si può dire è che, la medicina fa vivere meglio e più a lungo. Attenzione però che lo stare meglio non vuol dire che la cosa sia strettamente indispensabile, o che sia utile per la vita! Quindi, la medicina ha una sorta di utilità secondaria a quelle funzioni vitali ancora più fondamentali. Essa diviene utile una volta soddisfatti i bisogni primari: per esempio, nutrirsi.

Allora poniamoci quest'altra domanda: "E' più utile l'agricoltura o la medicina?"
Ecco che, in un certo senso, stiamo definendo una sorta di scala di utilità, mettendo al primo posto le necessità vitali (il mangiare), poi quelle che migliorano/allungano la vita (le cure), poi quelle che soddisfano i nostri piaceri (il gioco, la filosofia) e via via discorrendo. Ma anche nel caso dell'agricoltura potrei benissimo far notare come gli altri animali e le popolazioni pre-agricole vivevano anche senza.

A questo punto la questione diventa: "Ciò che è utile per l'uomo è utile in assoluto?"
Beh, direi proprio di no! Perché l'Universo, come ci insegna l'astronomia, esiterebbe benissimo anche senza l'uomo... questa però è un strada più tortuosa, che esula da questo post.

L'utilità dell'astronomia

Abbiamo detto che l'astronomia non è strettamente indispensabile all'uomo per vivere, così come il gioco del calcio o la medicina o l'agricoltura...

Eppure già l'uomo preistorico, quando il calcio e la medicina non esistevano, iniziava a scrutare il cielo, a trovare in esso delle regole, a cercare di capirlo, ad utilizzarlo per riti religiosi, come calendario per l'agricoltura. Di certo, l'astronomia antica non era come quella moderna, ma alcune conoscenze di questi popoli erano più profonde di quelle della maggior parte di noi uomini del 2000: alcuni popoli riuscivano a prevedere l'eclissi di Sole e Luna, mentre tanti uomini moderni non sanno neppure cosa sono. Passarono migliaia di anni prima che i fenomeni celesti vennero compresi nel profondo, grazie alle scoperte di Keplero che descrisse il moto dei pianeti. Si dovette aspettare Galileo che, con il suo nuovo approccio allo studio del cielo, fece nascere la scienza moderna: ovvero quella fondata sul metodo scientifico.

Ecco allora una delle utilità dell'astronomia: aprì la via al metodo scientifico, un modus operandi utilizzato oggi giorno in tantissimi ambiti di estrema utilità.

Ritorniamo a Keplero... Secondo voi Keplero, studiando il moto dei pianeti, poteva immaginarsi l'utilità pratica delle sue scoperte? Io credo proprio di no. Le sue scoperte rimasero inutilizzate, a fini pratici, fino alla metà degli anni 50 del XX secolo. Ci vollero sviluppi tecnologici vertiginosi, indotti dalle ricadute pratiche delle scoperte scientifiche, affinché le leggi dello scienziato divenissero utili all'uomo! Dovettero passare appunto più di tre secoli prima che la sua scoperta divenisse "utilizzabile"! D'altra parte oggi, molte cose che facciamo sono influenzate, senza che forse lo sappiamo, da quella scoperta. E quali sarebbero? Beh, basta pensare agli studi meteorologici, al GPS, ai telefonini, alla TV satellitare, alla cartografia dettagliata delle città per avere solo alcuni esempi di cose "utili" indotte dagli studi di Keplero. Ciò che accomuna tutte queste "cose pratiche" sono i satelliti artificiali: apparecchi che si muovono attorno alla Terra secondo le stesse identiche leggi che governano il moto dei pianeti attorno al Sole.

Questo è solo un esempio ma di ricadute pratiche, dovute a scoperte astronomiche, ce ne sono diverse. La questione di base da chiarire in questo tipo di discorso è che l'utilità di una nuova conoscenza non è definibile a priori, perché si mette in relazione un evento avvenuto nel recente passato (la scoperta) con un effetto (una ricaduta pratica) che avverrà in futuro, che molto spesso non è prevedibile né dallo scienziato né dai suoi contemporanei. Ciò accade perché ogni nuova scoperta apre una sorta di mondo "nuovo" ed inesplorato di possibilità.

La battuta di Faraday

Per rendere chiara l'incapacità dell'uomo di capire le implicazioni delle sue scoperte finisco questo discorso riportando una vicenda riguardante Faraday. Faraday era un fisico/chimico inglese vissuto nella prima metà dell'800 che, tra le varie cose, si occupò anche di studiare l'elettricità e condusse una serie di esperimenti che portarono successivamente allo sviluppo di una teoria sull'elettromagnetismo e alla costruzione dei motori elettrici. Quindi l'utilità pratica dei suoi lavori è evidentissima. Giusto? Sì... col senno di poi è tutto molto più facile!!

Si narra che un giorno, nel suo laboratorio, arrivò a fargli visita il Ministro della Finanza Britannico, un certo W. E. Gladstone, al quale mostrò i vari esperimenti tra cui il precursore di un motore elettrico. Il politico, facendo finta di essere interessato, gli chiese: "A cosa servono queste cose?". Faraday notò questo suo atteggiamento ed un po' irritato gli rispose: "Al momento non lo so, ma di sicuro un giorno sarete in grado di tassarle".

E così fu! La prossima volta che vi arriva a casa la bolletta della corrente elettrica o il bollo auto... pensate a Faraday e all'utilità delle cose apparentemente inutili.

Continua.

(modificato il 4 ottobre 2009, il 17 giugno 2010)

Commenti

  1. Ciao Luca,

    forse ti interessa un famoso testo di Hardy: "A mathematician's apology" che puoi trovare all'indirizzo

    http://www.math.ualberta.ca/~mss/misc/A%20Mathematician%27s%20Apology.pdf

    O forse lo conosci già.

    A presto
    Stefano

    RispondiElimina
  2. Ciao Stefano,
    grazie del riferimento che mi hai dato. Appena ho un po' di tempo vedrò di leggere il testo perché mi pare interessante anche come spunto per post futuri. In questo periodo sono incasinatissimo e spero di riprendere a scrivere qualcosa di nuovo al più presto!
    Ciao ciao
    Luca

    RispondiElimina

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